Sulla "Lunga Rotta" di Bernard Moitessier

Quando non si cerca più solo di misurarsi con gli altri, ma sopravviene il desiderio di andare oltre, proprio per scoprire che cosa infine è radicato nel nostro animo, è allora che il desiderio di partire, di seguire una rotta, o anche più di una, diventa la realizzazione del sogno, la scommessa con se stessi, il tempo che serve per scoprire chi siamo, e come saremo.
Bernard lo ha compreso, e Patrick ne segue il cammino.

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Sulla scia di Bernard Moitessier, Patrick prenderà il mare da Porto di Pisa fino a Tolone, porto di partenza di Bernard, per incontrare la sua rotta da Plymouth al largo delle Colonne d’Ercole, e la seguirà per tutto il percorso che Bernard effettuò 50 anni fa fino ad arrivare a Tahiti. Dopo la discesa dell’Oceano Atlantico, passando dalle isole Canarie, dalle isole di Capo Verde, fino ai venti favorevoli che lo porteranno in vista dell’isola di Trinidad, al largo del Brasile, doppierà una prima volta Capo di Buona Speranza. Seguirà la rotta per l’Oceano Indiano, passando molto a sud del Capo Leewin, in Australia, e raggiungerà la Tasmania per attraversare l’Oceano Pacifico e oltrepassare Capo Horn.
Risalirà l’Atlantico fino al punto in cui Bernard decise di abbandonare la Sunday Times Golden Globe Race, a nord dell’isola Tristan da Cunha, e dirigerà verso Capo di Buona Speranza per doppiarlo una seconda volta, attraversare l’Indiano una seconda volta, quindi passare ancora al largo del Capo Leewin e dirigere ancora sulla Tasmania per rientrare nel Pacifico.
Farà prua verso nord est, risalendo fino a raggiungere Papeete, sull’isola di Tahiti, dove terminerà la Lunga Rotta, esattamente come fece Moitessier.
Un totale di oltre 37.000 miglia marine percorse da Moitessier, da coprire in circa 10 mesi di navigazione in solitario e senza scalo. Un’impresa che ad oggi solo Moitessier ha portato a termine, e che Patrick, con la sua lunga esperienza di navigatore oceanico e con l’aiuto delle moderne tecnologie di comunicazione, ripeterà nell’anno del cinquantenario della Lunga Rotta. Partirà da La Rochelle, la sua città, dove è ospitata Joshua, la barca di Moitessier, che lo accompagnerà il giorno della partenza fuori dal porto, quale omaggio a Bernard, e quale omaggio a Patrick che ne seguirà il cammino, per condividere con il mondo intero questo storico evento nel panorama della vela oceanica.

Il significato profondo di questa impresa

Il 22 agosto del 1968, Bernard Moitessier parte da Falmouth, porto inglese sul Canale della Manica, per iniziare la sua avventura che lo porterà di diritto a diventare un autentico mito per i navigatori di tutto il mondo. L’occasione è la prima ed unica edizione, fino ad oggi, della Sunday Times Golden Globe Race, regata intorno al mondo in solitario e senza scalo. Moitessier vi partecipa in modo assolutamente personale, vale a dire senza motore ausiliario, senza radio, quindi senza elettricità a bordo, con il solo sestante, affidandosi al vento, e ad una fionda quale unico mezzo per comunicare lanciando le sue memorie alle imbarcazioni incontrate lungo il percorso. Un modo decisamente in linea con il suo pensiero, che nella solitudine degli oceani ebbe una svolta decisiva con l’abbandono della regata, dopo aver doppiato Capo Horn, durante la risalita dell’Atlantico, e il desiderio di continuare fino a raggiungere i suoi sogni, oltre le mete prefissate.
Il suo percorso terminò a Tahiti, dopo un altro mezzo giro del mondo, e il suo nome restò nella storia, e nell’immaginario collettivo, quale più grande navigatore solitario di tutti i tempi.

Sono trascorsi 50 anni, in cui le regate oceaniche hanno visto il sopravanzare delle tecnologie, dei record, al posto dello spirito e della pura arte della navigazione. Ma proprio per questo, la decisione di Patrick di ripercorrere la stessa rotta con una barca simile, riassume il significato di navigare a vela per lunghi mesi solo in contatto con la natura e con se stessi, al di là di voler battere record, di sperimentare tecnologie futuristiche per correre sempre più veloci del vento. Lasciare invece spazio all’interiorità, quasi un ritorno alle origini, quando non era il tempo cronologico a dettare regole, semmai quello atmosferico, ma soprattutto il rapporto tra l’uomo ed il mare, tra l’esperienza e gli elementi, nella ricerca di quei valori radicati nell’animo che vengono sopiti dalle abitudini spesso contrarie alla natura umana, e al rispetto per il mondo che ci circonda. Non è tornare indietro, quindi, il seguire questa rotta. Anzi, è cercare di progredire, di arrivare a capire che esistono motivi ben più importanti per ricostruire un mondo al quale pare che nessuno tenga più di tanto, messo in pericolo proprio da noi stessi invece di darci da fare per preservarlo il più possibile.
E’ la nostra casa, ci dà la vita. Non è possibile abbandonarlo al suo destino. E’ come darci ogni giorno un’ora in meno da vivere.

Per questo Patrick vuole seguire la Lunga Rotta. Per assimilarla al lungo percorso che, per noi a questo punto della nostra esistenza, deve essere seguito per salvare il pianeta dall’incuria e dall’abbandono. Ma oltre a questo, è ciò che Patrick vuole per se stesso a dargli la forza e la consapevolezza di partire. Uno scopo che ne racchiude molti altri, legati allo spirito dell’avventura, del raccontare l’esperienza quale confronto tra realtà di oggi e quella di ieri. Ma solo attraverso la comunicazione, perché navigherà con una barca simile a Joshua, con il sestante e gli strumenti classici della navigazione oceanica. Certo, è un’impresa di questo tempo, Patrick è un navigatore di questo tempo, ma ciò nulla toglie allo spirito avventuroso che in cuor suo è tale e quale allo spirito dei navigatori delle passate generazioni. In più, se vogliamo, c’è la voglia di scrivere, di raccontare, affinché il messaggio arrivi a tutti, e tutti abbiano a cuore almeno un poco questo nostro mondo, e ciò che significa per la nostra vita e per il nostro pensiero.
A fine estate del 2019, dopo 50 anni, Patrick partirà per seguire la rotta di Bernard, e ci porterà idealmente e virtualmente tutti con sé, nella speranza che qualcuno di noi si renda conto che è giunto il momento di mettersi alla prova, e non lasciare nulla di intentato per ritrovare e salvare noi stessi, e consegnare un mondo più pulito, in tutti i sensi, a chi ci seguirà.

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